| GiacoTemari |
| | CITAZIONE Narrato Pensato Parlato Ted restava immobile,a testa bassa e con le braccia conserte,in attesa che la lezione cominciasse. L’erba era fresca sotto i suoi piedi,calzanti il solito paio di Converse nere,e spesso qualche folata di vento si imbatteva sul volto del ragazzo,scompigliandogli i capelli,ma soprattutto il ciuffo corvino che velava l’occhio sinistro,rivelandolo ai presenti. Lo sguardo era puntato verso il basso,o meglio,verso la parte finale delle sue gambe,ed osservava il piede destro continuare a battere delicatamente sul verde sottostante,segno di impazienza ma anche di notevole tensione,che sperava in qualche modo di riuscire a scacciare via. I pensieri affollavano la sua mente,incapace di respingerli tutti quanti assieme,comportando talvolta qualche brivido risalente dai piedi alla punta dei capelli:la paura di essere tagliato fuori dal gruppo e di poter sbagliare,facendo brutta figura,non voleva proprio lasciarlo stare,pertanto aveva un’aria molto distratta e soprappensiero;difatti non si era accorto neppure dell’arrivo dell’ultimo compagno di corsi,uno studente della sua stessa casa,che senz’altro aveva visto durante lo Smistamento ma,così come con tutti gli altri,non c’era stata occasione di conoscerlo meglio. A dire la verità non ci aveva neppure provato,ma la sua timidezza e la sua insicurezza che lo caratterizzavano erano talmente forti da non farlo persino riuscire a parlare. Uff,così non va bene,dovrei reagire.. ma è troppo più facile a dirsi che a farsi. Eppure non dovrebbe essere difficile,è che non riesco mai a fare il primo passo. C’è anche da dire che tra tutti qui,non è che siamo di molte parole,eccetto il professore che ovviamente deve saper parlare con i propri apprendisti.. Speriamo ci faccia interagire lui in qualche modo,altrimenti mi sa che questa spiacevole situazione continuerà per un bel po’,nonostante tutte le lezioni che dovremo frequentare assieme. Uhm?!Sembra che finalmente cominciamo.. Aiuto,speriamo che vada tutto benone! L’insegnante si era presentato ai suoi alunni,e non appena proferì la prima parola,il volto di Ted si alzò rapido,voltandosi in direzione di quella persona,cercando però di non fissarla dritta negli occhi. Il braccio destro si distese lungo il suo corpo,mentre quello sinistro afferrò il medesimo fianco,per cercare una posizione sufficientemente comoda e che gli permettesse di prestare attenzione nel migliore dei modi. I suoi occhi di ghiaccio fremevano di muoversi qua e là per osservare le facce dei compagni e tentare di comprenderne lo stato d’animo,per scoprire se c’era chi,come lui,si sentiva un po’ inferiore ed intimorito. Una vecchia scopa si mosse ad un cenno di Eric,fino a raggiungerlo. Dunque erano quelli i cosiddetti Manici di Scopa che i maghi cavalcavano durante il Quidditch.. che senso aveva nell’essere magico? Sì,va bene,era lo sport dei maghi,ma poteva davvero essere utile ad aumentare il Potere Magico delle persone? Non se l’immaginava così. Di nuovo intento a riflettere,si accorse in ritardo del nuovo discorso del professore,il quale aveva rivolto loro una domanda personale,ma non troppo:riguardava sempre e comunque la materia,o meglio ancora,la loro esperienza pratica. Zero,anzi sotto zero,per quanto riguardava quella di Ted. Che figura ci faccio a dire che non ho mai cavalcato una scopa?A dire la verità non ne avevo mai sentito neppure parlare,e le lezioni di volo credevo che fossero tutt’altra cosa che giocare a Quidditch..comunque non si sa mai,potrebbe rivelarmisi interessante ed utile per il futuro. Chissà se anche gli altri sono al mio stesso livello.. boh,non saprei dirlo:sembrano tutti già molto preparati in confronto a me.. Tsk,non è che ci voglia molto in effetti.. Cosa faremo adesso?Ci insegnerà già come spiccare il volo su quelle robe lì?Fico!Però potrebbe anche essere pericoloso.. Sarà dura. Max si fece avanti per primo,ed il giovane Kreuk lo stimò molto,perché secondo lui aveva compiuto un grande atto di coraggio,essendo stato il primo ad annunciare la sua ignoranza in materia. Aveva l’aria un tantino sconsolata,così come tutti molto probabilmente,e come biasimarlo. Sospirò e si fece coraggio,cercando di tirar fuori tutto ciò che voleva dire senza eventuali intoppi. Ne uscì ugualmente una piccola parola balbettata,ma era meglio che nulla.. un primo,importante,passo avanti. N-no.. Pronunciò guardando per un istante gli occhi dell’insegnate e poi riportandoli immediatamente verso l’erba sotto di lui.
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